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Beni russi immobilizzati: il Comune decide di accantonare le entrate straordinarie

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Il Consiglio europeo ha adottato una decisione e un regolamento che chiariscono gli obblighi dei depositari centrali di titoli (CSD) che detengono attività e riserve della Banca centrale russa (CBR) immobilizzate a titolo conseguenza del Le misure restrittive dell'UE.

Dopo che la Russia ha lanciato l’invasione illegale e ingiustificata su vasta scala dell’Ucraina nel febbraio 2022, l’UE, in coordinamento con i partner internazionali, ha deciso di vietare qualsiasi transazione relativa alla gestione delle riserve e delle attività della CBR. In conseguenza di tale divieto, le attività rilevanti detenute dalle istituzioni finanziarie negli Stati membri dell’UE vengono “immobilizzate”.

La decisione odierna, in linea con la posizione del G7, chiarisce il divieto di tali transazioni nonché lo status giuridico dei ricavi generati dai CSD in relazione alla detenzione di beni immobilizzati russi e stabilisce regole chiare per le entità che li detengono. Il Consiglio ha deciso in particolare questo CSD detiene più di 1 milione di euro del patrimonio della CBR devono tenere conto dei saldi di cassa straordinari accumulandosi a causa delle misure restrittive dell’UE separatamente e devono tenere separati anche i ricavi corrispondenti. Inoltre, i CSD devono essere proibito dallo smaltimento del profitti netti che ne derivano.

In considerazione dei rischi e dei costi legati alla detenzione delle attività e delle riserve della Banca Centrale Russa, ciascun depositario centrale può chiedere alla propria autorità di vigilanza di autorizzare lo svincolo di una quota di tali utili netti al fine di rispettare il capitale legale e il rischio requisiti gestionali.

Questa decisione apre la strada al Consiglio per decidere su a possibile insediamento di un contributo finanziario al bilancio dell’UE raccolto su questi utili netti da sostenere Ucraina e il suo tool proprietario recupero e ricostruzione in una fase successiva. Questo contributo finanziario può essere convogliato attraverso il bilancio dell’UE allo strumento per l’Ucraina su cui il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio il 6 febbraio 2024.

sfondo

Nella loro dichiarazione di 6 Dicembre 2023, i leader del G7 hanno ribadito che sono necessari progressi decisivi per indirizzare le entrate straordinarie detenute da soggetti privati ​​derivanti direttamente dalle attività sovrane immobilizzate della Russia per sostenere l'Ucraina.

Nelle sue conclusioni di 14-15 Dicembre 2023, il Consiglio europeo ha ribadito la sua ferma condanna della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, che costituisce una manifesta violazione della Carta delle Nazioni Unite, e ha riaffermato il fermo sostegno dell'Unione europea all'indipendenza, alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina all'interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale e al suo diritto intrinseco all'autodifesa. Il Consiglio europeo ha ulteriormente ribadito la sua richiesta progressi decisivi, in coordinamento con i partner, su come potrebbero essere gestite le entrate straordinarie detenute da soggetti privati ​​e derivanti direttamente dai beni immobilizzati della Russia diretto a sostenere l’Ucraina e il suo tool proprietario recupero e ricostruzione, in linea con gli obblighi contrattuali applicabili e in conformità con il diritto comunitario e internazionale.

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Circa 260 miliardi di euro di asset della Banca centrale russa sono stati immobilizzati sotto forma di titoli e contanti nelle giurisdizioni dei partner del G7, UE e Australia, di cui oltre due terzi nell’UE.

Dichiarazione dei leader del G7, 6 dicembre 2023

Russia: l'UE rinnova le sanzioni per l'aggressione militare della Russia contro l'Ucraina, comunicato stampa 20 luglio 2023

Spiegazione delle sanzioni dell'UE contro la Russia (informazioni generali)

Cronologia - Misure restrittive dell'UE contro la Russia sull'Ucraina

Conclusioni del Consiglio europeo, 14 e 15 dicembre 2023

Foto di Pavel Neznanov on Unsplash

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EU Reporter pubblica articoli da una varietà di fonti esterne che esprimono un'ampia gamma di punti di vista. Le posizioni assunte in questi articoli non sono necessariamente quelle di EU Reporter.

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