Karabakh
Le fotografie del Karabakh catturano la devastazione della guerra
Dopo 30 anni di occupazione da parte dell'Armenia, la maggior parte del Karabakh è stata liberata dall'Azerbaigian nel 2020. Gran parte del territorio è stato devastato dalla guerra e i lavori di restauro, in particolare lo sminamento, continuano. Il fotografo francese Gregory Herpe si è recato in Karabakh dopo la liberazione e una mostra del suo lavoro si è tenuta al Parlamento europeo a Bruxelles, scrive l'editore politico Nick Powell.
Le fotografie del Karabakh di Gregory Herpe hanno un dramma nella loro desolazione, persino bellezza. Infatti, ha detto al grande raduno riunito all'inaugurazione della mostra delle sue fotografie al Parlamento europeo che anche quando il suo soggetto è la devastazione della guerra, “è importante fare belle foto che catturino l'attenzione del pubblico”.
L'ambasciatore dell'Azerbaigian presso l'Unione Europea, Vaqif Sadiqov, ha detto del fotografo francese che “spinto da uno spirito di cittadinanza globale, si è recato in aree fortemente minate”. Le immagini risultanti venivano ora esposte nella casa della democrazia europea. L'Ambasciatore ha aggiunto che ciò che è stato raffigurato non è la parte migliore della vita dell'Azerbaigian come nazione ma “non buttiamo via pagine del nostro libro di storia”.
Ha ricordato come una volta gli azeri costituissero il 20% della popolazione dell'Armenia, ma fossero stati sottoposti a pulizia etnica, così come lo erano gli azeri nei territori occupati. L'Azerbaigian è rimasto un paese con oltre 20 minoranze e tre religioni. Ma ora era in corso quello che ha definito "un sottile, importante processo di negoziazione" per normalizzare le relazioni tra l'Azerbaigian e l'Armenia.
L'inaugurazione della mostra è stata ospitata dall'eurodeputato lettone Andris Ameriks. Ha detto di aver visitato il Karabakh l'anno scorso e di aver visto con i suoi occhi gli edifici distrutti ei campi minati, ma anche “la gente che ricostruisce” dopo essere tornata a casa dopo la liberazione. Le fotografie, ha aggiunto, rimarranno dopo il completamento della ricostruzione “come promemoria storico per le generazioni future delle conseguenze della guerra”.
*Le fotografie sono copyright Gregory Herpe.
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