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Parlamento europeo

I deputati chiedono il divieto dei "passaporti d'oro" e le regole dell'UE per i "visti d'oro" 

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Il progetto di relazione di iniziativa legislativa definisce una serie di misure per affrontare i problemi legati alla "cittadinanza e soggiorno mediante schemi di investimento", LIBE.

La commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni ha approvato il progetto di testo martedì (15 febbraio) con 61 voti favorevoli, tre contrari e cinque astensioni.

Divieto di "passaporti d'oro"

I deputati sottolineano che i programmi di "cittadinanza per investimento" (CBI), in base ai quali i cittadini di paesi terzi possono ottenere i diritti di cittadinanza in cambio di un investimento, sono "discutibili da un punto di vista etico, legale ed economico e pongono diversi seri rischi per la sicurezza". I cosiddetti "passaporti d'oro" minano l'essenza della cittadinanza dell'UE e dovrebbero essere gradualmente eliminati, insistono.

Il testo chiede che venga riscossa "una percentuale significativa" sugli investimenti effettuati, che continuerebbero mentre il CBI viene gradualmente eliminato, e indefinitamente per i programmi di "residenza per investimento" (RBI), i cosiddetti "visti d'oro".

I deputati deplorano la mancanza di procedure di verifica complete e che l'attuale sistema consenta domande successive in diversi Stati membri, basandosi su controlli effettuati da attori non statali.

Regole per i "visti d'oro"

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Notando la differenza nella gravità dei rischi posti dai regimi di "residenza per investimento" -che conferiscono agli stranieri diritti di soggiorno in cambio di un contributo finanziario-, il progetto di relazione chiede regole comuni dell'UE per armonizzare gli standard e rafforzare la lotta al riciclaggio di denaro, corruzione ed evasione fiscale. I deputati chiedono:

  • Severi controlli dei precedenti (anche sui familiari e sulle fonti di finanziamento), controlli obbligatori contro i sistemi giudiziari e degli affari interni dell'UE e procedure di controllo nei paesi terzi;
  • obblighi di rendicontazione per gli Stati membri e;
  • requisiti di residenza fisica minima (per i richiedenti) e coinvolgimento attivo, qualità, valore aggiunto e contributo all'economia (per i loro investimenti).

I deputati prevedono anche uno schema di "notifica e consultazione" per consentire ad altri Stati membri di opporsi alla concessione di un "visto d'oro".

Avvertimento sul ruolo degli intermediari

Il rapporto sottolinea che gli intermediari di questi schemi non sono né trasparenti né ritenuti responsabili, chiedendo il divieto del loro coinvolgimento nelle CBI e una "regolamentazione rigorosa e vincolante" per le RBI. I deputati vogliono porre fine alle pratiche di marketing che utilizzano i simboli dell'UE o indicano i vantaggi della cittadinanza dell'UE e chiedono un quadro sanzionatorio.

Il testo chiede inoltre alla Commissione di esercitare pressioni sui paesi terzi che beneficiano dell'esenzione dal visto verso l'UE per abolire la loro CBI e riformare i loro schemi RBI.

Relatore Sophia in 't Veld (Renew, NL) ha affermato: “Essere cittadino o residente dell'UE è al centro di ciò che l'Unione incarna: libertà e diritti. La cittadinanza è un diritto, non una merce da comprare e vendere. I governi degli Stati membri vendono ciò che non è loro da vendere, sfruttando la reputazione dell'UE a scopo di lucro. I loro cinici affari stanno mettendo in pericolo la nostra sicurezza comune.”.

Prossimi passi

Gli eurodeputati discuteranno e voteranno sulla relazione nella prossima sessione plenaria (7-10 marzo). Se approvata dalla plenaria, la Commissione dovrà preparare una proposta legislativa o giustificare la sua decisione di non farlo.

sfondo

Almeno 130,000 persone hanno usufruito dei programmi CBI e RBI nell'UE tra il 2011 e il 2019, che hanno generato entrate per oltre 21.8 miliardi di euro per i paesi interessati. Tre stati membri hanno schemi CBI: Bulgaria (dove il governo ha presentato un disegno di legge per porre fine allo schema), Cipro (attualmente tratta solo le domande presentate prima di novembre 2020) e Malta. Dodici stati membri hanno schemi RBI, tutti con importi e opzioni di investimento divergenti, nonché standard per controlli e procedure.

Ulteriori informazioni 

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EU Reporter pubblica articoli da una varietà di fonti esterne che esprimono un'ampia gamma di punti di vista. Le posizioni assunte in questi articoli non sono necessariamente quelle di EU Reporter.

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