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Economia

Il nuovo quadro per gli accordi di libero scambio deve includere le organizzazioni della società civile

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*Con la sua nuova strategia commerciale, l'UE diventerà più severa nei suoi scambi
partner, mettendo al centro la sostenibilità. Anche il CESE ci crede fermamente
che le organizzazioni della società civile e le parti sociali dovrebbero ricevere a
sedersi a tavola, per far si che i benefici che emergono da questo nuovo mestiere
politiche sono realmente distribuite tra tutti i partecipanti, sia nell'UE che
nei paesi partner. *

La crisi del COVID-19 ha avuto un impatto senza precedenti sull'economia globale,
commercio e investimenti, e ha acceso un dibattito sulla necessità di una revisione
politiche commerciali e industriali nazionali ed europee.

In questo contesto, nel febbraio 2021, la Commissione europea ha disposto
una nuova politica commerciale aperta, sostenibile e assertiva, che intende promuovere
non solo la competitività dell'industria europea, ma anche i valori europei
e principi. Il CESE ritiene, tuttavia, che ce ne siano diversi
prerequisiti per l'attuazione di questa politica.

In un parere di iniziativa adottato alla plenaria di marzo del CESE, i membri e i rappresentanti delle organizzazioni della società civile hanno sottolineato la necessità di un nuovo quadro per gli accordi di libero scambio e di investimento, al fine di includere la partecipazione di
organizzazioni della società civile e al tempo stesso sensibilizzare l'opinione pubblica.

In particolare *Stefano Palmieri*, membro del CESE e relatore per il
parere ha evidenziato che *"È necessaria una nuova metodologia negoziale, uno
in grado di stabilire una nuova tabella di marcia che garantirà tale società civile
organizzazioni e parti sociali sono attivamente coinvolte
negoziati"* e ha aggiunto: *"Questa metodologia deve essere utilizzata sia dall'UE
e i paesi che costituiscono l'altra parte nei negoziati”.*

*È giunto il momento per un duplice processo di riforma*

Negli ultimi anni il CESE è stato critico nei confronti dei vari negoziati
strumenti utilizzati dall'UE, come gli accordi di partenariato economico, dovuti in
in particolare alla loro limitata trasparenza, alla loro incapacità di imporre l'essere umano
e dei diritti sociali in modo efficace e la loro incapacità di garantire un livello
campo di gioco per tutti gli attori del mercato.

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Il CESE, pertanto, ritiene che sia giunto il momento di elaborare un nuovo negoziato
strategia, con nuovi standard e procedure per garantire l'ampia e
coinvolgimento costruttivo della società civile e delle parti sociali.

Il primo passo in tal senso sarebbe la firma di un memorandum di
comprensione tra le parti negoziali. Il memorandum lo farebbe
garantire che entrambe le parti completino le varie fasi del
i negoziati produrrebbero una tabella di marcia e coinvolgerebbero la società civile
organizzazioni e parti sociali durante i negoziati in qualità di osservatori,
riunione in uno speciale "comitato consultivo congiunto delle parti interessate" (JCCS).

D'altra parte, i gruppi consultivi nazionali (DAG), responsabili di
il monitoraggio, la valutazione e l'attuazione degli accordi sembrano dimostrarlo
una serie di carenze in termini di criteri di definizione e di chiarezza
regole operative. Di conseguenza, l'impatto politico dei DAG è stato
totalmente inadeguato.

Stando così le cose, il CESE ritiene che i DAG debbano essere approfonditi
riformato al fine di correggere queste debolezze. Il parere lo suggerisce
ogni accordo firmato deve comprendere un protocollo sul funzionamento del
DAG, stabilendo un solido quadro istituzionale.

Questo duplice processo di riforma, con la partecipazione attiva della società civile
organizzazioni e le parti sociali, si baserà sul nuovo commercio dell'UE
politica e contribuire a raggiungere i suoi obiettivi. Ciò garantirà che qualsiasi commercio
accordi conclusi contribuiranno a una forma di sostenibilità,
sviluppo sociale e ambientale per entrambe le parti negoziali:
l'UE e i paesi partner.

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EU Reporter pubblica articoli da una varietà di fonti esterne che esprimono un'ampia gamma di punti di vista. Le posizioni assunte in questi articoli non sono necessariamente quelle di EU Reporter.

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