Moldavia
Shor Party: arresti e azioni criminali contro l'opposizione
In Moldova, prosegue il dibattito sui diritti civili, le libertà individuali e lo Stato di diritto nel Paese, poiché le forze di opposizione, compreso il Partito Comunista, hanno espresso nelle ultime settimane forte preoccupazione per la deriva autoritaria che il governo moldavo starebbe portando avanti a livello politico, istituzionale e giudiziario.
La cosiddetta riforma della giustizia, che ha portato alla rimozione del Procuratore generale, è stata attuata con gravi carenze procedurali e regole generalmente non rispettose degli standard internazionali, al punto che la Commissione di Venezia del Consiglio d'Europa, ha espresso parere negativo parere sulle modifiche apportate dal governo e formulato una serie di raccomandazioni che sono state ignorate dalla maggioranza parlamentare di Chisinau.
Un altro elemento che conferma i presunti abusi è la nota emessa dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, che raccomandava alla Moldova di rivedere le sue decisioni sulla destituzione del Procuratore generale, suggerendo che, in caso negativo, vincerebbe la sua causa dinanzi alla CEDU.
Il presidente del Partito Shor, Ilan Shor, capo della terza forza politica del Paese e del Parlamento, ha affermato: "che l'arresto della vicepresidente del Partito Shor, la signora Marina Tauber, non è solo un criminale e azione politicamente discriminata, ma è anche un arresto organizzato e ordinato.
Il tribunale è supervisionato e istruito direttamente da Maia Sandu, Presidente della Repubblica di Moldova. Un Paese e un Presidente che progetta di entrare nell'Unione Europea e di attuare e seguire le regole del diritto europeo agisce come un vero dittatore dell'Est.
Marina Tauber è uno dei membri più fondamentali e indispensabili del partito, che lotta per il benessere e la libertà dei suoi connazionali e del suo Paese. La sua persecuzione va contro ogni regola dei diritti umani e dei principi democratici della nostra Patria e dell'Unione Europea.
Non sembra altro che un atto di vendetta personale da parte di qualcuno che manca di leadership nel Paese", conclude il segretario del Partito moldavo.
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