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Afghanistan

Afghanistan: "Il modo migliore per prevenire una crisi migratoria è prevenire una crisi umanitaria"

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Dopo la riunione di ieri (31 agosto) sulla situazione in Afghanistan, i ministri degli interni dell'UE hanno rilasciato una dichiarazione in cui chiedeva un approccio determinato e concertato, che è mancato nel 2015 con l'arrivo dei rifugiati dal conflitto siriano in corso. Tuttavia, non sono state concordate cifre sul reinsediamento: il commissario Johansson organizzerà una conferenza il mese prossimo su questo argomento.

Il "Forum di reinsediamento di alto livello" discuterà le priorità "concrete" con gli Stati membri e fornirà quelle che l'UE descrive come soluzioni "sostenibili" per gli afgani più vulnerabili, che il commissario considera donne e ragazze afgane. 

È stata data la massima priorità all'evacuazione dei cittadini dell'UE e dei cittadini afgani e delle loro famiglie che hanno collaborato con l'UE e con i singoli Stati dell'UE.

L'UE si sta coordinando con l'ONU e le sue agenzie, altri paesi, in particolare con quelli del vicinato, per stabilizzare la regione e garantire che gli aiuti umanitari possano raggiungere le popolazioni vulnerabili e offrire sostegno ai paesi che ospitano coloro che sono già fuggiti nel quartiere. In particolare, l'UE ha già deciso di quadruplicare l'assistenza finanziaria. Si chiede inoltre a Europol di esaminare i rischi per la sicurezza che potrebbero emergere.

L'UE rafforzerà inoltre la sua azione per prevenire quella che definisce l'immigrazione illegale dando mandato alle agenzie dell'UE di operare nella loro massima misura e di contribuire allo sviluppo delle capacità, ma la dichiarazione riconosce anche la necessità di sostenere e fornire una protezione adeguata a chi ne ha bisogno, in linea con il diritto dell'UE e i nostri obblighi internazionali.

Reagendo al Consiglio Affari interni, il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha dichiarato: “Siamo rimasti molto delusi dalle conclusioni del Consiglio Affari interni di ieri. Abbiamo visto paesi al di fuori dell'Unione europea farsi avanti per accogliere i richiedenti asilo afghani, ma non abbiamo visto un solo Stato membro fare lo stesso. Tutti hanno giustamente pensato a coloro che hanno lavorato con noi e alle loro famiglie, ma nessuno ha avuto il coraggio di offrire rifugio a coloro la cui vita è ancora oggi in pericolo. Non possiamo fingere che la questione afghana non ci riguardi, perché abbiamo partecipato a quella missione e ne abbiamo condiviso obiettivi e finalità».

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