Commissione europea
Parere: La visita di Matteo Renzi in Kazakistan non deve essere solo come al solito, ma l'occasione per sollevare preoccupazioni per i diritti e le libertà fondamentali
Il Kazakistan è un partner importante per molti Stati membri dell'UE, tra cui l'Italia. Pertanto, ogni occasione dovrebbe essere utilizzata dalle autorità italiane per sottolineare la necessità del Kazakistan di migliorare la propria situazione dei diritti umani al fine di favorire relazioni bilaterali stabili e fruttuose. Non può e non deve rimanere come al solito, indipendentemente da numerose violazioni dei diritti e delle libertà.
Nelle recenti elezioni europee, l'Italia ha confermato il suo forte impegno a salvaguardare i diritti fondamentali. Renzi dovrebbe confermare, anche nella sua attività al di fuori dell'UE, la posizione di primo piano nella promozione del valore incondizionato dei diritti umani fondamentali, su cui gli Stati membri dell'UE sono stati costruiti e di cui dovrebbero stare in guardia.
Il Kazakistan, nonostante i numerosi appelli della comunità internazionale, è aumentato negli ultimi mesi, le misure repressive contro giornalisti e blogger indipendenti, chiudendo la libertà di parola e la libertà di riunione pacifica.
Resta un paese, dove le persone vanno in prigione per aver espresso opinioni politiche contrarie a quelle tradizionali e vengono accusate di incitamento all'odio sociale, alla corruzione o al terrorismo. Proprio di recente, un noto avvocato per i diritti umani, prigioniero politico, Vadim Kuramshin, ha iniziato uno sciopero della fame, mentre denuncia maltrattamenti, pressioni e percosse nella colonia penale, dove sta scontando la pena detentiva di 12.
Renzi dovrebbe approfittare dell'occasione della prossima visita in Kazakistan per incontrare anche i rappresentanti della società civile, le famiglie dei prigionieri politici, come Vladimir Kozlov, Vadim Kuramshin, Aaron Atabek o Mukhtar Dzhakishev, nonché le famiglie di lavoratori petroliferi che furono incarcerati in seguito alla tragedia dello Zhanaozen.
Sarà anche la prima visita di alto livello di un funzionario italiano in Kazakistan, in seguito alla deportazione illegale di Alma Shalabayeva e sua figlia Alua.
La Open Dialog Foundation apprezza gli sforzi dell'Italia nel riportare Alma Shalabayeva e Alua Ablyazova in Europa e nel concedere loro asilo in Italia. Altri casi in corso correlati in Europa, tuttavia, come il caso di Alexandr Pavlov, ex guardia del corpo di Ablyazov, in Spagna e dello stesso Ablyazov, indicano chiaramente che il Kazakistan si sta ancora muovendo fortemente, spesso con un chiaro uso improprio di convenzioni e accordi internazionali, per perseguitare la sua opposizione politica che vive all'estero.
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