Economia
Il Parlamento europeo afferma che il bilancio dell'UE a lungo termine e l'accordo sullo Stato di diritto non possono essere riaperti
In vista del Consiglio europeo di domani (19 novembre), la Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo * ha chiesto al Consiglio di adottare il pacchetto a lungo termine sul bilancio dell'UE e sullo Stato di diritto e di avviare il processo di ratifica il prima possibile.
La mossa arriva dopo che la Polonia, l'Ungheria e (successivamente) la Slovenia hanno indicato di essere pronte a usare il loro veto se l'accordo di condizionalità sullo stato di diritto già stabilito nelle ultime settimane verrà mantenuto.
La Conferenza dei presidenti (Presidente del PE e leader dei gruppi politici) si è riunita oggi (18 novembre) e ha ribadito la posizione del Parlamento europeo in merito all'accordo raggiunto con il Consiglio sul regolamento sul quadro finanziario pluriennale (QFP), il relativo Accordo interistituzionale (AII) e il regolamento sulla condizionalità dello Stato di diritto.
Il Parlamento europeo ha già adottato il suo parere sulla decisione sulle risorse proprie il 16 settembre, in tempo utile per consentire al Consiglio e successivamente agli Stati membri di ratificare la decisione entro la fine del 2020.
La leadership del Parlamento europeo deplora profondamente questo ritardo e ribadisce che gli accordi raggiunti (sia sul QFP che sullo Stato di diritto) sono un accordo chiuso e non possono in alcun modo essere riaperti. Hanno dichiarato: "Nessuna ulteriore concessione sarà fatta da parte nostra".
In una dichiarazione, il primo ministro ungherese Viktor Orban ha travisato la condizionalità dello Stato di diritto sostenendo che si basa sul fatto che i paesi si oppongano o meno alla migrazione. Questo non è il caso.
I deputati hanno chiesto che la legge si applichi quando i fondi dell'UE vengono utilizzati direttamente in modo improprio, come nei casi di corruzione o frode. Si applicherà anche agli aspetti sistemici legati ai valori fondamentali dell'UE che tutti gli Stati membri devono rispettare, come la libertà, la democrazia, l'uguaglianza e il rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle minoranze.
* Presidente dei diversi gruppi politici e presidente del parlamento.
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